Ring, ring… quando nel 1919 squillò un telefono cellulare

Immagine: public domain

A volte non serve la fantascienza ad anticipare la scienza. Basta un’illustrazione satirica. Il 5 marzo 1919, sul tabloid britannico The Mirror comparve una vignetta in cui alcune persone sono ritratte mentre si trovano in chiesa, in autobus o a teatro, e vengono disturbate dallo squillo di un telefono cellulare. Il fatto è ancora più sorprendente se si pensa che non si trattava soltanto di immaginazione.

Dalla Finlandia agli Stati Uniti

Dopo aver assistito a un film muto dei fratelli Lumière, a soli 9 anni il finlandese Eric Tigerstedt capì quale sarebbe stata la sua missione: rendere il cinema sonoro. Per tutta la vita, si dedicò a trovare un modo per sincronizzare immagini, musica e parole, e ci arrivò molto vicino. Tuttavia, non riuscì mai a produrre un sistema completamente funzionante. Nel frattempo, ideò ben 71 dispositivi, quasi tutti legati alla registrazione e alla trasmissione del suono. Tra questi spiccava il prototipo di un telefono portatiletascabile e pieghevole, dotato di un minuscolo microfono in carbonio, il cui brevetto fu depositato nel 1917.

Due anni dopo, negli Stati Uniti, gli ingegneri della Marconi Company ebbero un’intuizione simile, e condussero alcuni test per mettere in comunicazione Londra e New York tramite un telefono tascabile e senza fili. Secondo la società, la tecnologia si sarebbe verosimilmente diffusa in pochi anni. Tuttavia, nonostante l’ottimismo, l’attesa si rivelò molto più lunga del previsto.

Eric Tigerstedt nel 1915 – Foto: public domain

DynaTAC

Nel 1973, mentre passeggiava per le strade di New York, l’ingegnere Marty Cooper effettuò una chiamata con un apparecchio appena inventato da lui: era il primo telefono cellulare della storia completamente funzionante. Sviluppato dalla Motorola, l’azienda aveva investito nel progetto quasi un milione di dollari di oggi. Il lancio commerciale del dispositivo avvenne dieci anni dopo, nel 1983, al prezzo di circa 4.000 dollari americani (10.000 dollari attuali). Il DynaTAC 8000X, pesava un chilo e mezzo e la batteria durava soltanto 20 minuti. Ma all’epoca, il principale ostacolo da superare riguardava l’infrastruttura. Chiunque avesse potuto concedersi il lusso di acquistare un DynaTac 8000X, avrebbe potuto utilizzarlo soltanto in pochissime aree degli Stati Uniti. Il primo paese a dotarsi di una rete cellulare in grado di coprire l’intero territorio nazionale fu il Giappone, nel 1984.

Martin Cooper col DynaTAC 8000 – Foto: Rico Shen – CC BY-SA 3.0

Oggi, il semplice telefono portatile immaginato da Tigerstedt nel 1917 è diventato un vero e proprio personal computer, più potente di qualsiasi altro computer realizzato fino alla fine degli anni ’90. Questa evoluzione era stata già prevista da Martin Cooper dopo la comparsa dei primi, rudimentali, smartphone. Tuttavia, in un’intervista rilasciata alla BBC nel 2010, l’ingegnere affermò di non aver mai pensato che il telefono cellulare sarebbe stato così invadente, e che la gente non lo avrebbe spento nemmeno in chiesa, in autobus o a teatro. È evidente che Cooper non era a conoscenza della vignetta pubblicata sul The Mirror quasi un secolo prima.

2 commenti

  1. Meraviglioso, vorrei saperne di più. Se la fonte della vignetta di The Mirror non fosse passata dal grande trita bufale che è la sterminata biblioteca di Pierpaolo Ferlaino verrebbe di pensare a un hoax.
    Articolo sempre molto interessanti su windbehindme!

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