I fantasmi dello Spree Park di Berlino

Foto: Pierpaolo Ferlaino

Dal comignolo di un veliero verde ormeggiato sulle rive della Sprea si sollevano sottili riccioli di fumo. Nel piazzale di fronte al molo alcune famiglie si incontrano per trascorrere una domenica tra amici. Un ponte assicura la Insel Der Jugend alla terraferma, come se volesse trattenerla dall’impeto della corrente. Qualcuno bagna i fiori o stende il bucato nelle houseboat poco più in là. È una Berlino quasi marinara quella che appare al confine tra il parco di Treptower e la grande foresta urbana di Plänterwald. Ma addentrandosi lungo il sentiero che attraversa il fitto bosco di faggi, ciò che appare tra gli arbusti secchi e i rami spogli racconta una storia tutta diversa: sono i resti dello Spree Park, il più grande parco divertimenti della Germania dell’Est.

Foto: Pierpaolo Ferlaino

La Disneyland del Comunismo.

Quando venne aperto, nel 1969, il suo nome ufficiale era VEB Kulturpark Plänterwald, Parco Culturale di Plänterwald. Vent’anni dopo, mentre un’imponente parata militare attraversava il centro di Berlino per celebrare il 40° anniversario della DDR, il Kulturpark riapriva dopo alcuni lavori di ristrutturazione e veniva inaugurata una nuova, grande ruota panoramica. Peccato per il tempismo. Poco più di un mese dopo, cadde il muro e il parco chiuse nuovamente.

Oggi, passeggiando lungo la cancellata che circonda lo Spree Park abbandonato, tra il fruscio del vento che si insinua tra gli alberi, sembra di sentire un sottofondo di carillon stonati e risate terrificanti, come in uno di quei film dell’orrore in cui fantasmi di clown assassini si aggirano di notte tra le giostre, mosse da un’energia misteriosa. E trovarsi di fronte a una monumentale struttura in metallo, avvolta da un telone a strisce gialle e arancio, non fa che accrescere questa sensazione. È il tendone del circo. Una delle attrazioni portate qui da Norbert Witte, un giostraio tristemente noto in Germania.

Foto: Pierpaolo Ferlaino

Life is a rollercoaster

La notte del 14 agosto 1981, il luna park di Amburgo era pieno di gente. Molti erano lì per provare il Katapult Roller Coaster, una delle montagne russe più veloci del mondo, ma quella sera era chiusa per manutenzione. Così avevano ripiegato sullo Skylab, una giostra rotante. Non era emozionante come il Katapult, ma quando prendeva velocità, soprattutto i più piccoli urlavano per l’entusiasmo. Poi, un rumore metallico forte, improvviso, trasformò quelle urla in grida di terrore. Qualcosa aveva colpito la giostra. Qualcosa di molto pesante. Rimasero ferite quindici persone e altre sette persero la vita. A ucciderli era stato un braccio della gru che stava riparando il Katapult. A manovrarla c’era lui, Norbert Witte, l’uomo che qualche anno più tardi avrebbe disegnato la parabola discendente dello Spree Park.

Witte apparteneva a una famiglia di giostrai e circensi. Nel 1913, suo nonno Otto, acrobata e prestigiatore, era riuscito con l’inganno a farsi incoronare per pochi giorni re d’Albania, prima di essere scoperto. Nel 1991, Norbert acquistò il KulturPark Plänterwald e lo arricchì di nuove attrazioni. Costruì i canali del Grand Canyon Water Ride, una giostra di tazze rotanti, una nave dei pirati, un ottovolante, un villaggio western, il tendone da circo e un lago. L’anno successivo, inaugurò il nuovo parco divertimenti e lo battezzò ufficialmente Spree Park.

Da Lima a Berlino, tappeti volanti e cocaina

Per molti Berlinesi, un parco divertimenti di concezione moderna era il simbolo di una città in rinnovamento. Per altri, un nostalgico ricordo del proprio passato. Oltre a essere stato uno dei luoghi più frequentati della città, il parco era protagonista di Spuk unterm Riesenrad, letteralmente “fantasmi sotto la ruota panoramica, una serie prodotta nel 1978 dalla TV nazionale della DDR, in cui tre ragazzini vivevano numerose avventure tra il fantastico e il raccapricciante, dopo aver riportato accidentalmente in vita i personaggi del Demonexpress, il trenino degli orrori del VEB Kulturpark Plänterwald. Ma con la caduta del muro, a Berlino tutto era cambiato. Dopo un primo periodo di successo, le visite allo Spree Park calarono vertiginosamente e in pochi anni Witte fu costretto a chiudere con un debito di oltre 11 milioni di euro.

Il giostraio accusò il comune di essere la causa del suo fallimento. La foresta di Plänterwald era stata dichiarata parco naturale e lui non aveva potuto costruire un parcheggio, indispensabile a suo dire, per attrarre nuovi visitatori. Come se non bastasse, l’area che gli era stata data in concessione era vincolata a rimanere parco divertimenti fino al 2061. «Mi hanno privato del fondamento del mio business», dichiarò Witte, che però aveva già altri piani.

Nel 2002, con un’impresa degna del Fitzcarraldo di Herzog, Witte smontò sei giostre e le trasportò via nave a Lima, in Perù. L’anno successivo, con la scusa di dover effettuare una riparazione, tentò di rispedire il Tappeto Volante in Germania. Appena i container arrivarono al porto, però, furono perquisiti dagli agenti della dogana. Una soffiata li aveva informati che dentro i piloni della giostra c’erano quasi duecento chili di cocaina. Norbert Witte si trovava in Germania per una visita medica ed è lì che fu processato. Suo figlio Marcel, invece, fu condannato a scontare 20 anni di carcere nelle prigioni peruviane.

Foto: Pierpaolo Ferlaino

Un nuovo Spree Park

Oggi, scavalcare la cancellata che circonda ciò che rimane dello Spree Park è un richiamo irresistibile per chiunque ami esplorare e fotografare spazi disabitati e in rovina. Nel 2013, per festeggiare i novant’anni della nonna, un giovane la fotografò su una delle cabine della grande ruota panoramica che frequentavano insieme quando lui era bambino. Ma una folata di vento improvviso mise in moto la giostra, lasciando la signora sospesa a mezz’ara per ore.

Lo stridere degli ingranaggi mossi dal vento è un suono ben noto a chi passeggia nella foresta urbana di Plänterwald oggi. A questo però si aggiungono rumori più forti, meccanici, che rimandano a una nuova realtà. Accanto ai grandi dinosauri di plastica, un tempo parte di chissà quale attrazione, alle tazze rotanti, e alla stazione del Far West stretta dalla natura che si riprende i suoi spazi, c’è un cantiere. Ruspe, camion e recinzioni sono segnali di un luogo in trasformazione. Nel 2024 verrà inaugurata una nuova ruota panoramica e nel 2026 il parco divertimenti riprenderà vita. Del vecchio Spree Park resterà soltanto un fantasma e un ricordo in qualche foto.


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